luglio 08, 2008

Sull'Arno d'argento...



Novembre, 2007. Mia prima visita a Firenze. Piazza della Signoria dove adoro le opere di Giambologna e Cellini. Lunga attesa per entrare agli Uffizi. La Venere di Botticelli, tanto sospirata, devo dire che mi lascia poco entusiasta. Mentre invece mi colpiscono molto Gentile da Fabriano, Leonardo (che un tempo pensavo non dovesse colpirmi poi troppo), Guido Reni, Raffaello e Andrea Del Sarto, Filippo Lippi.

Ricordo che al liceo ero un grande "novecentista", mi piacevano soltanto l'Espressionismo tedesco, Magritte, Kandinsky. Mi erano indifferenti i vari Wahrol, Pollock, mentre ho sempre amato Hopper... Poi però, con gli anni, ho imparato, come un bambino, a sentire quelli che allora per me erano solo altri "rumori di fondo" dell'arte.

E invece quanto mi accorgo che era l'arte stessa che parlava come un oracolo attraverso di loro!... Insomma, due ore di fila per entrare, ma poi mi sono sentito male di fronte tutto quello splendore.

Perché io tra le opere d'arte mi sento come a casa, mi passano le angosce, non penso che alla bellezza, alla storia, vengo rapito a questo oscuro presente senza connotati di civiltà. Mi lascio sopraffare finalmente da un mondo più umano, da sentimenti più puri, e da una cascata di beatitudine, come un vortice in una candida rosa...






Giambologna "Ratto delle sabine"

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