luglio 18, 2008

Martirio di Giovanni Battista

In quel tempo Erode, il tetrarca, udì della fama di Gesù, e disse ai suoi servi: «Costui è Giovanni Battista; egli è risuscitato dai morti e perciò le potenze soprannaturali operano in lui». Erode, infatti, aveva arrestato Giovanni, lo aveva incatenato e messo in prigione, a causa di Erodiade, moglie di suo fratello Filippo. Perché Giovanni gli diceva: «Non ti è lecito di convivere con lei!».

E, pur volendo farlo morire, egli temeva il popolo, che lo riteneva un profeta. Ora, mentre si celebrava il compleanno di Erode, la figlia di Erodiade danzò in sua presenza e piacque a Erode, tanto che egli le promise con giuramento di darle tutto ciò che gli avesse chiesto.

Ed ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni Battista». Il re ne fu contristato, ma a causa del giuramento e per riguardo degli invitati che erano con lui a tavola, comandò che le fosse data. Così mandò a far decapitare Giovanni Battista in prigione; e la sua testa fu portata su un piatto e data alla fanciulla; ed ella la portò a sua madre. Poi vennero i suoi discepoli, presero il corpo e lo seppellirono; in seguito essi andarono a riferire l'accaduto a Gesù.

Vangelo di Matteo






Visioni d'artista

Come possiamo vedere, la tela di Caravaggio (361 x 520 cm), si concentra sugli ultimi momenti narrati dal Vangelo di Matteo. Il sicario, la misericordia in pugno ("misericordia" era appunto il nome di un certo tipo di pugnale) si accinge a portare a termine il lavoro cominciato. L'autore, in questa scena di alta drammaticità, dà per scontato che chi la contempli ne conosca la storia antecedente.

Così sembra, ma, a ben guardare, l'immagine vive di una propria dimensione storica, o a-storica se vogliamo: Giovanni si sottomette al martirio senza opporre resistenza, ad un'osservazione ravvicinata, nel suo volto non potremo scorgervi i segni dell'orrenda mutilazione, il boia, anch'esso, sembra compiere un gesto di routine, la presa ferma, non un'esitazione, c'è in un lui un'amorale indifferenza per l'atto che sta compiendo.

Gli altri personaggi invece, dalla giovane col vassoio, i prigionieri, l'anziana con le mani alla testa, il carceriere, vivono invece nel pieno dell'avvenimento, ognuno reagendo a suo modo. Spostati in blocco a sinistra i personaggi, il resto del quadro vive nelle ombre perenni, la luce infatti si focalizza al massimo della sua intensità proprio sulla schiena del boia e sulla spalla nuda di Giovanni.

Se non fossimo a conoscenza della storia, non saremmo in grado di percepire l'importanza del momento, questo perché Caravaggio non si è preoccupato dei dati storici (a parte il vassoio portato dalla ragazza, l'unico elemento, insieme all'abbigliamento calato sulle gambe di Giovanni, che possa offrire un riferimento al contesto in cui la scena si colloca), tutto concentrato com'era sul momento capitale, l'atto supremo, quasi un rito iniziatico non senza chiari allusioni sessuali (il pugnale, la posizione di Giovanni e quella del boia, i due carcerati sulla destra, la presa sui capelli della mano sinistra del boia).

Anto2008


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