È chiamata Salon des Refusés (Salone dei rifiutati) l'esposizione, organizzata nel 1863 da Napoleone III, per accogliere le opere degli artisti rifiutate dal Salon "ufficiale" ovvero quello dell'Académie des Beaux-Arts di Parigi.
Storia
Nel 1863 la giuria di ammissione dell'Accademia rifiutò di esporre qualcosa come 3000 dipinti, a seguito di proteste l'Imperatore organizzò l'esposizione parallela a quella ufficiale, consentendo ad artisti come Edouard Manet con il suo Le déjeuner sur l'herbe che fece "scandalo", Claude Monet, Camille Pissarro, James Whistler e altri di esporre le loro opere. Tuttavia l'esposizione, per quanto frequentatissima dal pubblico parigino, divenne oggetto di critiche e persino risa. Le opere esposte venivano denigrate non solo dal pubblico ma anche dalla critica ufficiale. Il Salon des Refusés, da un lato consentì una prima apertura verso l'arte "non ufficiale" e tradizionalista, ma dall'altro lato espose i giovani artisti al pubblico ludibrio. Al Salon des Refuses parteciparono anche artisti del calibro di Degas (anche se si definiva realista) e di Renoir.Il 1864 è la data convenzionale con la quale si fa iniziare l'impressionismo, dato che proprio in quest'anno si tenne a Parigi il primo Salon des Refuses.
L'inizio ufficiale dell'impressionismo viene però fatto risalire al 1874, in quell'anno si tenne infatti la prima mostra degli "artisti indipendenti", nello studio del fotografo Nadar, organizzata dagli stessi artisti che vi presero parte, conseguenza della loro ripetuta esclusione dalle mostre ufficiali, in primis il Salon.
Émile Zola essendo stato testimone di quegli eventi, nel suo romanzo L'opera descrisse l'esposizione e la reazione del pubblico.
Appena l'idea di Diluvio si fu pacata, una lepre sostò tra lupinelle e campanule ondeggianti e rivolse la sua preghiera all'arcobaleno attraverso la tela del ragno. Oh! le pietre preziose che si nascondevano, - i fiori che già guardavano. Nella grande via sporca si montarno i banchi, e si portarono le barche verso il mare a ripiano alto come sulle stampe. Si versò sangue, da Barba Blu, - nei mattatoi, - nei circhi, dove il sigillo di Dio illividì le finestre. Sangue e latte colarono. I castori costruirono. I "mazagran" fumarono nei piccoli caffè. Nella gran casa di vetro ancora grondante i bimbi a lutto guardarono le meravigliose immagini. Una porta sbatté, e sulla piazza del borgo, il bimbo roteò le braccia, compreso dalle banderuole e dai galli dei campanili ovunque, sotto lo splendente acquazzone. Madame *** mise un pianoforte nelle Alpi. La messa e le prime comunioni si celebrarono ai centomila altari della cattedrale. Le carovane partirono. E lo Splendide Hotel fu eretto nel caos di ghiacci e di notte del polo. Da allora, la Luna ascoltò il piagnucolare degli sciacalli tra i deserti di timo, - e le egloghe in zoccoli grugnire nel frutteto. Poi, nella fustaia violetta, germogliante, Eucari mi disse che era primavera. - Sgorga, stagno, - Schiuma, scorri sul ponte, e sopra i boschi; - drappi neri e organi, - lampi e tuono: - salite e scorrete; - Acque e tristezze, salite e ridestate i Diluvi. Perché da quando si sono dissipati, - oh le pietre preziose ricoperte, e i fiori già aperti! - che noia! e la Regina, la Maga che ravviva la brace nello scaldino di terracotta, non vorrà mai raccontarci quello che sa, e che noi ignoriamo.
A. Rimbaud, "Après le Déluge", Illuminations (Trad. G.A. Bertozzi)
Cualquiera puede darte las cosas que ambicionas Cualquiera puede amarte si ahora me abandonas.
Cualquiera que se aprenda tu rostro de memoria y escriba la leyenda que borre nuestra historia.
Cualquiera que te pida que dejes de quererme y que te de su vida y no vuelvas a verme.
Cualquiera que se atreva a formar tu pareja y le parezca nueva tu caricia mas vieja.
Cualquiera que consiga llegar a tus entrañas aun que tu voz le diga lo mucho que me extrañas. Cualquiera que abandone sus manos en tu pecho y despues te perdone el volver a mi lecho.
Cualquiera que consiga llegar a tus entrañas aun que tu voz le diga lo mucho que me extrañas Cualquiera que abandone sus manos en tu pecho y despues te perdone el volver a mi lecho.
Cualquiera puede ser, Cualquiera puede ser, Cualquiera.